Sono considerate cariche tutti i materiali
inerti, generalmente polveri di varia origine (minerale,
vegetale, metallica) e granulometria, che possono essere
aggiunti alle resine per modificarne le caratteristiche come
il peso, la resistenza meccanica, la lavorabilità,
la densità, l'aspetto, la tixotropia, e la consistenza in genere,
ma senza però modificarne la reazione chimica.
L'aggiunta di cariche
inerti nella resina, comporta l'aumento del volume del
composto (resina+carica), riducendo al contempo
la percentuale di resina nella massa. Questo genera diversi
vantaggi, come l'abbassamento del picco esotermico (massima
temperatura raggiungibile durante il processo di polimerizzazione
delle resine), l'aumento della stabilità dimensionale e il
contenimento del costo totale.
Ogni tipo di carica ha in genere
un diverso comportamento nei riguardi della resina in cui è stata
additivata e ciò determina
le caratteristiche finali del composto. Le particelle delle
diverse cariche infatti hanno strutture
diverse tra di loro, possono essere sferiche, lamellari,
poliedriche o amorfe e ciò influisce sul rapporto tra incremento di
volume e viscosità del composto.
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