LUCIDATURA
A GOMMALACCA
La lucidatura è l'ultima
delle operazioni di restauro del mobile, e viene
eseguita dopo aver effettuato tutte le fasi precedenti
(vedere nel menù di sinistra la voce Restauro
del mobile).
Ora
dovremmo avere davanti a noi il mobile reintegrato
in tutte le su parti, armonizzato nel colore e nelle
parti nuove.
A questo punto procederemo ad eseguire
la lucidatura a gommalacca,
scelta in conformità al
tipo di mobile che ci troviamo davanti.
La gommalacca
La
gommalacca è una secrezione
dell'insetto "cocus lacca" o "laccifer lacca" che
vive nell'Asia meridionale, è una cocciniglia che
succhia la linfa di alcuni alberi ( acacia, ficus, ecc.)
per nutrirsene, proteggendosi all'esterno con un guscio
fatto appunto di lacca.
Viene venduta in scaglie
dal colore ambrato (gommalacca
TN) oppure biondo (gommalacca
decerata), ma anche in soluzione pronta
all'uso (gommalacca naturale in soluzione).
Dona alla superficie un aspetto
di particolare lucentezza che al tatto risulta asciutto
e vellutato.
Per la preparazione della vernice, si
fanno sciogliere le scaglie in alcool a 94° o superiore
(meglio in alcool
a 99,9°), in una percentuale variabile
da 100 a 200 grammi per litro. Per conservarla basterà riporla
al buio in un luogo fresco.
La
gommalacca si può applicare a pennello o a tampone,
la scelta del metodo dipende dal mobile che dobbiamo
rifinire e dal tipo di finitura che desideriamo ottenere.
Per mobili rustici costruiti in abete, olmo, castagno
o rovere, che dalla nascita non hanno goduto di cure
troppo approfondite e hanno naturalmente i pori
aperti, possono essere lucidati
a cera,
si verniciano con gommalacca a
pennello e poi si rifiniscono con cera per legno in pasta.
Per i mobili antichi che prevedono una lucidatura brillante e per i mobili
più ricercati,
costruiti generalmente in noce o essenze di pregio, il discorso è diverso,
occorre seguire il metodo della lucidatura a tampone.
Lucidatura a tampone
Questa lucidatura viene definita in molteplici modi: a tampone, a stoppino,
alla francese, etc. Comunque sia chiamata, questa tecnica esige una discreta
abilità d'esecuzione che si acquisisce solo con tanta pratica, ma
non ha nulla in sé di arcano o misterioso come spesso si è voluto
far credere.
Richiede parecchio tempo, e buona pazienza, basti pensare che fino al secolo
scorso un buon artigiano lasciava intercorrere, fra una mano e l'altra, anche
decine di giorni. Non bisogna scoraggiarsi dagli insuccessi, ma si deve insistere,
magari affiancandosi ad un artigiano col quale si è instaurato un buon
rapporto.
Nella lucidatura a tampone se si provocano delle bruciature della lucidatura
(succede quando col tampone si asporta della gommalacca non ancora asciugata
bene), occorre armarsi di santa pazienza: non è possibile correggere
localmente l'errore, ma bisogna passare tutta la superficie del piano con lana
di acciaio finissima e poi ricominciare da capo.
Comunque, se eseguita secondo
le regole dell'arte è sicuramente la tecnica
che da i migliori risultati sia nell'aspetto estetico che pratico.
Questo tipo
di lucidatura è stata utilizzata per la rifinitura dei mobili
impiallacciati o lastronati o comunque di pregevole fattura. Per i mobili in
massello o rustici, dove non si addice una superficie brillante ma piuttosto
satinata, il tipo di lucidatura più idonea, come si è detto, è quella
a cera.
Oltre alla gommalacca, dobbiamo procurarci della pomice
in polvere, necessaria
nella fase di chiusura dei pori del legno.
Preparazione del
tampone
Il tampone è costituito da un cuscinetto, ottenuto con una pezzuola
di lana non colorata che ne costituisce "l'anima", avvolta in una
tela bianca di cotone e lino, il tessuto usato per fare le lenzuola ai tempi
della nonna.
La grandezza del tampone, dipende dalla superficie che si deve lucidare. Sarà più piccolo
per superfici intagliate o piccole fasce e frontalini di cassetti, più grande
per piani di tavolo o di comò.
In fase di lucidatura la gommalacca la si versa in una ciotola larga in modo
da poter immergervi completamente la pezzuola di lana. Una volta inzuppata
bene, la si strizza con una mano, mentre nell'altra si tiene aperto il telo
di lino. Quando la pezzuola di lana e ben strizzata la si mette al centro del
telo di lino e si raccolgono i quattro lembi torcendoli ottenendo così il
tampone pronto per l'uso.
Fasi della Lucidatura
La lucidatura si articola in tre differenti fasi:
• Pomiciatura (ha lo scopo di chiudere
i pori del legno)
• Lucidatura vera
e propria
• Brillantatura o
lucidatura finale
Concentrazione
della Gommalacca:
• Chiusura dei pori:
1 etto in 2 litri di alcool
• Lucidatura: 1 etto
in 1 litro di alcool
• Brillantatura:
1 etto in 2 litri di alcool
Ora vediamole una per una:
Pomiciatura
Ha
lo scopo di otturare i pori del legno per rendere più liscia
la superficie. Infatti se si guarda in controluce un
legno nuovo o sverniciato, si intravedono i pori aperti
che riflettendo in modo non omogeneo la luce sulla superficie
da l'effetto di una lucidatura non perfetta.
Questa fase va sicuramente eseguita nelle parti che sono
state reintegrate con legno nuovo. Le parti originali,
già lucidate e che magari non sono
state sverniciate non necessitano di questa prima fase in quanto dovrebbero
avere il poro già chiuso.
La concentrazione della gommalacca usata in questa fase è abbastanza
diluita, infatti è di 2 litri di alcool con 1 etto di gommalacca.
La polvere di pomice va "spolverata" sulla superficie (non va messa
sul tampone), e col tampone occorre sottoporla ad una energetica frizione al
fine di farla penetrare nei pori. La polvere si bagna di gommalacca, penetra
nei pori e li chiude come una sorta di stucco. Infatti quando la gommalacca
si asciuga, questa si indurisce ed elimina l'effetto inestetico del poro.
Nel passare il tampone, occorre imprimere a questo molta forza, descrivendo
ampi cerchi. Se ci si accorge che il tampone fa fatica a scorrere, conviene
effettuare alcune passate con gommalacca molto diluita senza aggiungere pomice
sulla superficie. Bisogna prestare molta attenzione affinché non rimangano
tracce di pomice in superficie per non correre il rischio di ritrovarsi con
delle macchie biancastre a fine lucidatura.
Il procedimento della Pomiciatura va ripetuto fino a che, guardando in controluce
il piano, non lo si veda completamente liscio. Sarà comunque
la natura del legno più o meno poroso a determinare la quantità di
mani necessarie.
Questa operazione, per così dire preliminare, non va affatto sottovalutata
al fine di ottenere un buon risultato finale.
Lucidatura
Dopo
la fase di Pomiciatura con la quale si è preparato
il fondo, è necessario lasciare passare almeno
un paio di giorni prima di iniziare con la fase di lucidatura
questo per permettere alla gommalacca data precedentemente
di asciugarsi in modo definitivo: diversamente il passaggio
del nuovo tampone rimuoverebbe la pomice dai pori.
Per la lucidatura va senz'altro usato un tampone nuovo, non usate quello impiegato
per la Pomiciatura.
La lucidatura si realizza stendendo la gommalacca sul legno con l'uso del tampone:
l'alcool contenuto nella soluzione evaporando lascia solo un sottilissimo strato
di gommalacca che al contatto con l'aria indurisce mettendo in risalto le venature
ed il colore del legno, dando a questo l'aspetto lucido che vogliamo ottenere.
Se una soluzione densa di gommalacca porta a formare in meno tempo lo strato
lucido, è comunque meglio usare una soluzione più diluita, dedicando
più tempo per stendere più mani che formeranno una pellicola
più aderente al legno evitando di scagliarsi.
In questa operazione non bisogna assolutamente avere fretta, per ottenere un
lavoro veramente soddisfacente occorre lasciare trascorrere, tra una mano e
l'altra un paio di giorni in modo di permettere alla gommalacca di indurire
meglio.
Dopo
aver bagnato bene il tampone, come descritto precedentemente, lo si strizza
in modo che non sgoccioli. Si inizia a lucidare seguendo le venature del
legno, senza ripassare dove si è appena applicato e senza mai fermarsi
sulla superficie. Se la superficie da lucidare è ampia, si inizia
da una parte e sistematicamente ci si porta su lato opposto per poi ritornare
sull'altro lato continuando in modo ininterrotto la lucidatura. Solo quando
il tampone comincia ad asciugarsi opponendo una certa resistenza, allora
lo si fa scivolare via velocemente da uno spigolo, senza alzarlo dal piano
per evitare bruciature.

Nella
mano successiva, si cambia movimento, disegnando degli
otto. si parte da un lato della superficie e si procede,
senza sosta fino al lato opposto.

Quando
il tampone è asciutto, si ricarica nuovamente
di gommalacca, poi si ricomincia cambiando ancora movimento,
questa volta
si disegna col tampone una serie di cerchi contigui:

Le
varie passate vanno fatte alternando questi movimenti fino
ad ottenere un risultato soddisfacente.
Nella progressione delle diverse mani, conviene usare
gommalacca sempre più diluita.
Ricordatevi che per "mano" di gommalacca, non si intendono
quelle fra una ricarica del tampone e l'altra, ma quelle fra un giorno
e l'altro.
Comunque non spaventiamoci, tre o quattro mani sono sufficienti per ottenere
un buon lavoro.
Possibili errori:
• Velatura
È una patina bianca dovuta al freddo e all'umidità, in questo caso
bisogna portare il mobile in un locale caldo e lasciare asciugare; se permane
spagliettarlo con vigore con lana d'acciaio
extra fine.
• Trasudazione
È dovuta ad un eccesso di olio paglierino, che puo' essere asportato con
il tampone con energici movimenti rotatori.
• Opacità
È dovuta ad un eccesso d'alcool impresso col tampone, trattare la superficie
sempre con lo stesso tampone ma con gommalacca maggiormente diluita in alcool
con energici movimenti.
Brillantatura:
È l'operazione finale, più delicata e più difficoltosa,
ma è anche quella che darà più soddisfazione,
perché perfezionerà il vostro lavoro.
Lo scopo è quello di eliminare i segni di tampone,
le imperfezioni della vernice ed eventuali tracce di
olio.
Per eseguirla occorre fare un nuovo tampone con una tela molto fine ed bagnarlo
con una concentrazione di gommalacca molto diluita: 1 etto in 2 litri di alcool.
Poi lo si passa sulla superficie molto velocemente nel senso della venatura
esercitando una pressione molto leggera.
Al termine si otterrà una lucidatura brillante.
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