PULITURA
L'oggetto da restaurare può richiedere diversi interventi.
Ciò dipende dalla natura dell'oggetto, dal suo valore,
dal suo stato di conservazione, dagli interventi che ha
già subito.
Prima di tutto occorre osservare il pezzo con
molta attenzione prima di procedere alla pulitura.
Ed è proprio
qui che inizia il lavoro di restauro perché ci dobbiamo
fare un'idea di come procedere e in che cosa consisterà il
nostro lavoro.
Esaminando il pezzo già siamo in grado di
capire se esso è ricoperto dall'oro zecchino
in foglia o dall'argento
in foglia, se la foglia è di oro
imitazione o se sono
stati usati smalti o porporina color oro e argento, o infine
se è stata applicata la vernice a mecca.
Questa
fase è importantissima perché oltre
a farci capire meglio il lavoro eseguito, scopriamo lo
stato di conservazione del pezzo e ci facciamo un'idea
di come proseguiremo il lavoro di restauro.
Dopo aver spolverato accuratamente si procede alla pulitura
che può essere di due tipi:
a) superficiale e leggera
b) a fondo
In entrambi i casi bisogna evitare
assolutamente di rovinare il pezzo, quindi è bene
fare delle prove su piccolissime superfici o parti nascoste
perché data
la delicatezza della vecchia doratura si può incorrere
in rovinose scagliature.
La pulitura superficiale e leggera si effettua quando siamo in presenza di un oggetto non
particolarmente sporco
e si utilizza la colla
di pesce diluita a caldo con acqua.
Essendo questo tipo di colla gelatinosa (è la
famosa "gelatina" che si usa per preservare
e guarnire i dolci) l'acqua non fa in tempo a penetrare
perché raffreddandosi si addensa, si gelatinizza,
evitando quindi di fradiciare gesso e legno che costituiscono
il materiale-base della doratura.
La colla riscaldata
si applica sulla superficie da pulire con un pennello
e con un tampone di cotone si
strofina leggermente e si rimuove la gelatina.
Si procede
per piccole superfici
senza insistere ulteriormente. Finito il lavoro si cosparge
con la segatura per far assorbire l'umidità rimasta
e si può usare una fonte di calore moderata per
l'asciugatura definitiva.
La pulitura a fondo si effettua
invece quando il pezzo è particolarmente
sporco e va fatta con molta cura e attenzione evitando
l'eccessivo logoramento e la rimozione del sottile strato
di metallo che provocherebbe operazioni di restauro ulteriori
e alquanto laboriose.
Si utilizzano solventi come alcool,
acetone,
diluente
nitro, polish,
sverniciatore,
o un pulitore
specifico per dorature, applicati con pennello
o batuffolini di ovatta.
C'è da
dire che essendo oro e argento metalli particolarmente
resistenti, lo sverniciatore, usato con molta cura, non
intacca assolutamente la superficie.
Viene applicato
in piccole quantità con un pennellino, si lascia
agire per qualche minuto e subito rimosso con un tampone
di ovatta
o straccetto morbido di cotone soffregando leggermente
e con uniformità.
In seguito si tampona con solvente
nitro per neutralizzare l'efficacia dello sverniciatore.
È bene evitare l'uso dello sverniciatore per gli oggetti
di un certo valore o pregio e in generale se lo sporco
e le macchie risultano particolarmente difficili da asportare
non bisogna assolutamente insistere, ci si deve rassegnare
alla loro presenza dato che sono spesso la migliore ed
anche la più bella testimonianza del tempo trascorso
e della autenticità del pezzo (patina).
Lo sverniciatore
viene usato soprattutto se il pezzo ha subito un successivo
intervento consistente nell'applicazione di smalti, porporine
similoro sopra ad una antecedente doratura o argentatura.
Questa
usanza di cattivo gusto veniva fatta perché in
presenza di graffi, ammaccature, fratture, lacune, logorii,
si riteneva che questi fossero antiestetici e usando
questo metodo, semplice da eseguire, si preferiva coprire
totalmente
la superficie. Una volta eseguita la sverniciatura, rimosso
lo strato superiore, spesso ci capiterà, meraviglia
delle meraviglie, di trovare la vera e autentica doratura
originaria.
Un discorso particolare va fatto quando siamo in presenza
della tecnica dell'argentatura
a mecca. In tali casi è sempre
meglio iniziare con la pulitura leggera. Questo perché se
viene utilizzato lo sverniciatore, alcool, o altro solvente,
il sottile film dorato della mecca, viene completamente
rimosso lasciando scoperto lo strato sottostante costituito
dall'argento.
In linea generale possiamo dire che solo
nel caso in cui la vernice ricoprente è particolarmente
rovinata è bene rimuoverla per poi passare alla
riverniciatura a gommalacca naturale in soluzione, gommalacca decerata in soluzione, o vernice a mecca per ridare
all'oggetto l'effetto oro. Altrimenti si fanno dei
piccoli ritocchi
sempre
a gommalacca nelle parti lacunose, rovinose e logorate.